Dopo l’indignazione e lo sconcerto suscitati dalle foto apparse sul web, che ritraggono poliziotti e immigrati ammassati durante i voli di accompagnamento presso i centri per i rimpatri, e divenute oggetto di interventi di leader politici e interpellanze parlamentari, sono stati disposti nuovi viaggi su velivoli più grandi, ed è quindi stato garantito un decente distanziamento sociale tra i poliziotti e gli accompagnati.
Nonostante ciò, quanto di più temuto, è accaduto tre giorni fa, il 16 novembre, durante un volo da Catania a Milano.
Sull’aereo, questa volta più grande, hanno viaggiato 16 extracomunitari e circa 50 poliziotti, tra cui agenti del I Reparto Mobile di Roma.
Gli stranieri, al momento dell’imbarco, erano tutti e 16 muniti di certificazione attestante la negatività al Covid-19. Il giorno successivo all’arrivo a Milano, ripetuti i test, uno dei 16 stranieri è risultato positivo al Covid. Di conseguenza, attuati i protocolli del caso, è stata disposta la quarantena per i due poliziotti più vicini all’extracomunitario.
«Se questo fosse accaduto su quel famoso volo le cui foto sono note, quanti colleghi in quarantena o peggio, contagiati, avremmo avuto?» è quanto si domanda Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (MOSAP).
«Al di là di ciò – dice ancora Conestà –, ci sfugge qualcosa: com’è possibile imbarcarsi con certificato che attesta la negatività, per poi risultare positivi qualche giorno dopo?».
E non solo! Ieri la sorpresa sul volo Roma- Catania. I poliziotti, saliti a bordo, hanno trovato l’aereo completamente sporco. Ma non andrebbero sanificati tra un volo e l’altro? Ce lo siamo chiesti commentando la notizia con IlGiornale.it