E il fenomeno è in allarmante espansione. Lo denuncia Fabio Conestà, segretario generale del sindacato Mosap.
Nel primo pomeriggio – denuncia il Mosap – l’assistente capo superiore Marco Sarigu si è ucciso sparandosi un colpo di pistola nella sua casa a Roma. Il corpo è stato ritrovato dai carabinieri chiamati dai familiari del collega. I familiari erano allarmati perché l’uomo non si era presentato a un pranzo con la famiglia. L’agente era del 1962 e viveva da solo. “Il tragico gesto, le cui motivazioni sono ancora ignote, segue – dichiara Fabio Conestà, segretario generale del sindacato di Polizia Mosap – quello di tanti, troppi appartenenti ai vari corpi di polizia dello Stato, al punto che mesi orsono presso il Viminale è stato istituito uno specifico osservatorio”.
Il Mosap: tra le forze dell’ordine il fenomeno è in aumento
Conestà prosegue sul dilagante fenomeno tra le forze dell’ordine. “Ma purtroppo tali episodi continuano a ripetersi e vano finora è stato l’allarme lanciato dai sindacati del settore – in particolare dal Mosap – sulle condizioni in cui operano gli agenti. E’ giunta l’ora di mettere a conoscenza la pubblica opinione del perché di questa vera e propria ecatombe, che sta mietendo troppe vittime tra chi è chiamato a vegliare sulla nostra sicurezza”, ha aggiunto Conestà. Quali i rimedi? “Bisognerebbe istituire un aiuto reale, specifico, che aiuti chi si sente in crisi. Adesso – rivela Conestà – chiunque si rivolga agli psicologi, si vede ritirare per prima cosa le armi, il distintivo, il tesserino. Servirebbe un aiuto che invece non intimorisca le forze dell’Ordine e che concretamente aiuti a individuare le radici del problema”. Insomma, conclude Conestà, “l’impressione è che il fenomeno, del quale si prende atto, sia stato finora un po’ troppo sottovalutato. E’ ora di prender einiziative concrete”, conclude il segretario del Mosap.