Si è tenuto questa mattina a Rieti il convegno formativo sul codice rosso organizzato dal Mosap (Movimento Sindacale Autonomo di Polizia) e dal Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).
Un momento importante di confronto e condivisione al quale hanno preso parte la dottoressa Cristina Cambi, procuratore di Rieti; il dottor Riccardo Porro, giudice presso il tribunale di Rieti; l’avvocato Simona Pettine, Consigliere e segretario dell’ordine avvocati di Rieti; l’avvocato Berardo Serafini del foro di Roma; la dottoressa Barbara Mazzetti psicologa e psicoterapeuta analitica e la dottoressa Camilla Mozzetti, giornalista de Il Messaggero.
L’incontro, moderato dall’avvocato Giuseppe Morgante del Foro di Rieti, ha visto anche la partecipazione dell’avvocato Cristian Baiocchi, direttore della scuola forense di Rieti.
Carlo Giuli segretario provinciale del Mosap di Rieti e Marco D’Ascenzi organizzatori dell’evento.
Presenti tra gli altri, per un saluto: Sabatino Mastronardi, segretario regionale NSC Lazio; Roberto Fioramonti segretario nazionale del Mosap, Fabio Conestà e Massimiliano Zetti, rispettivamente segretari generali del Mosap e di NSC e l’avvocato Attilio Francesco Ferri, presidente del consiglio ordine degli avvocati di Rieti.
«E’ stato un convegno importante in cui si è parlato di Codice Rosso e dunque di violenza di genere – dichiara Carlo Giuli, segretario provinciale Mosap Rieti – non trascorre un solo giorno che le cronache nazionali non portino notizia di femminicidi. Il quadro è decisamente allarmante – spiega – con 114 donne uccise nel 2023 e 29 in questi primi mesi del 2024».
«Siamo sempre propensi ad organizzare eventi di questo tipo – dice invece Fabio Conestà, segretario generale Mosap – anche perché gli uomini e le donne delle forze dell’ordine sono il primo contatto che la vittima ha per denunciare la violenza subita. Negli anni abbiamo maturato una professionalità tale da accorgerci immediatamente quando una donna chiede il nostro intervento perché vittima di maltrattamenti. Sensibilità, empatia e dialogo sono gli ingredienti fondamentali per instaurare un rapporto di fiducia e aiutare le vittime a denunciare».
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