Si è chiusa con un’ordinanza di archiviazione emessa dal GIP di Roma, dott.ssa Della Monica l’annosa querelle giudiziaria che aveva contrapposto lo storico dominus del SAP, oggi onorevole Gianni Tonelli, all’allora Segretario Provinciale di Roma del SAP, oggi Segretario Generale del Mosap, Fabio Conestà, indagato su querela di Tonelli per diffamazione e appropriazione indebita.
La Procura di Roma aveva richiesto l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato a seguito di articolate indagini difensive espletate dalla difesa di Fabio Conestà, rappresentata dall’Avv. Prof. Antonello Madeo, richiesta alla quale si era però opposto Tonelli, secondo il quale invece sussisteva la responsabilità dell’indagato, reo di aver gestito i fondi del sindacato per finalità proprie, omettendo di produrre documentazione giustificativa dell’impiego delle ingenti somme di cui disponeva quale Segretario Provinciale di Roma.
Il GIP romano, all’esito della camera di consiglio, con ordinanza dell’8.1.2022 ha invece ritenuto legittimo l’operato del Conestà, e dunque pronunciato la definitiva archiviazione della notizia di reato, poiché “…negli anni in cui sarebbero state operate le indebite percezioni, la Segreteria Provinciale del sindacato…ha sempre presentato i rendiconti, con indicazione delle spese di gestione e delle ulteriori spese sostenute, rendiconti che sono stati sottoposti al vaglio del Collegio Provinciale dei Sindaci che li ha dichiarati conformi alle leggi ed alle Statuto SAP, sottoponendoli all’approvazione del Consiglio Provinciale, organo che, infine, ha approvato i bilanci, consuntivo e preventivo (per l’anno seguente). Tale iter consente di ritenere che, all’epoca in cui sono state eseguite, le spese sono state documentate e rendicontate…”. E quindi emerge sia la mancanza di prova che Fabio Conestà abbia distratto somme di denaro a danno del SAP, utilizzandole per fini personali, sia la dimostrazione – al contrario – che l’allora Segretario Provinciale di Roma avesse redatto gli unici atti doverosi per Statuto, ovvero i rendiconti, peraltro approvati dall’articolazione nazionale.
Ma non solo. Il GIP romano ha anche valorizzato gli esiti della parallela controversia civile che il SAP aveva intrapreso nei confronti di Fabio Conestà, rilevando come il giudice civile ha respinto la domanda di Gianni Tonelli, confermando che la struttura periferica del Sindacato si limitava a formulare un mero rendiconto annuale della gestione e non già un bilancio in senso tecnico, onere puntualmente assolto da Fabio Conestà, appunto mediante la presentazione di rendiconti regolarmente approvati. Infine, la copiosa documentazione prodotta dall’Avv. Prof. Antonello Madeo, difensore di Conestà, ha dimostrato che Tonelli aveva implementato lo stesso modus operandi con il segretario provinciale del SAP di Torino, la cui posizione era stata archiviata dal GIP competente per territorio.
«È la fine di una pagina triste per il sindacalismo di categoria – chiosa Conestà – ho sempre creduto nello Stato, di cui sono umile servitore ormai da molti anni, e nella Giustizia, ma non posso nascondere la sofferenza che le (infondate) denunce di Tonelli hanno provocato a mio danno. Ho dovuto sopportare in silenzio, soffrendo per la reiterata lesione della mia immagine come uomo, poliziotto e sindacalista, affrontando con pazienza i lunghi tempi della Giustizia che, nel nostro Paese, è lenta, ma arriva, e fa sentire il suo peso! Sono stato accusato di diffamazione, dopo aver subito la cacciata dai locali del sindacato provinciale che allora dirigevo, attraverso attività opache di colleghi che adesso (guarda caso) ricoprono il mio ruolo dell’epoca; poi, come se non bastasse, di appropriazione indebita aggravata, per aver utilizzato per fini personali le risorse che gestivo per le incombenze sindacali. Ringrazio tutti coloro che hanno sempre creduto nella mia lealtà e nella falsità delle infamanti accuse mossemi all’indomani della diaspora dal Sap per mano dell’allora Segretario Tonelli, che a questo punto dovrà dare più di una spiegazione ai colleghi iscritti a quella sigla per la spregiudicatezza con cui ha promosso (e ne ha sostenuto le spese) cause infondate in sede civile e penale nei miei confronti, identiche ad analoghe azioni che l’allora dominus del Sap ha intrapreso contro tutti i Conestà d’Italia, ossia tutti quelli che avevano osato ribellarsi all’utilizzo personalistico del bene comune. Il Mosap nato grazie ad una intuizione mia e di un gruppo di amici e colleghi, in pochi anni è diventato il più numeroso a Roma e tra i primi a livello nazionale tra i sindacati non rappresentativi. Confido – conclude – che da oggi Tonelli e il Sap abbiano un motivo in più per farsene una ragione».