«Esprimo piena solidarietà e vicinanza, a nome mio e di tutto il Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (MOSAP), ai due poliziotti di Grottaglie che, dopo aver arrestato l’assassino del brigadiere capo Carlo Legrottaglie — morto eroicamente durante un conflitto a fuoco — si ritrovano iscritti nel registro degli indagati per omicidio. Una decisione che lascia sgomenti e che, dietro la formula dell’“atto dovuto”, cela un profondo insulto a chi ha messo a rischio la propria vita per garantire giustizia e sicurezza».
Lo dichiara in una nota Fabio Conestà, segretario generale del MOSAP.
«In un Paese normale — prosegue Conestà — chi si espone al fuoco di un delinquente armato e senza scrupoli, affrontandolo per fermarne la furia omicida, dovrebbe essere ringraziato e sostenuto, non indagato. Serve una riforma normativa urgente che tuteli realmente le Forze dell’Ordine impegnate ogni giorno sul campo, spesso in condizioni estreme e con risorse insufficienti. Il paradosso per cui chi indossa una divisa debba temere le aule di tribunale più dei criminali non è più tollerabile».
«Ci uniamo al dolore per la tragica scomparsa del brigadiere capo Legrottaglie, vittima del dovere e simbolo del sacrificio di tanti uomini e donne dello Stato. Ma non possiamo tacere di fronte all’ennesimo episodio che umilia chi lavora per la sicurezza del Paese. I colleghi di Grottaglie hanno fatto ciò che era necessario per fermare una minaccia concreta, e lo hanno fatto con coraggio e professionalità. Non possono essere lasciati soli», conclude Conestà.